Incendi negli edifici storici: protezione attiva e sistemi di esodo
- Giuseppe Muscatello
- 15 gen 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Sono stati fatti negli anni molti studi sulle cause degli incendi e sulle misure più efficaci per prevenire gli incendi negli edifici storici, anche se, come hanno mostrato le immagini e le dinamiche dell’incendio della cattedrale di Notre-Dame, avvenuto il 15 aprile 2019, molta strada è ancora da percorrere per mettere gli edifici e monumenti di interesse storico e artistico in sicurezza.
Se in un precedente articolo mi sono soffermato sulle raccomandazioni base per la gestione della sicurezza antincendio, raccogliamo oggi alcune informazioni sulle misure di protezione attiva. A questo proposito si indica che le misure di protezione antincendio come gli impianti di rivelazione ed allarme, gli impianti sprinkler e simili “possono essere installati per individuare un incendio nelle sue prime fasi e per limitare la sua propagazione”.
Si segnala poi che gli impianti “devono essere efficienti e regolarmente sottoposti alla manutenzione”, ma oltre ai requisiti usuali, negli edifici storici questi impianti è bene che abbiano anche “requisiti addizionali”. Gli impianti “devono essere minimamente invasivi, integrati in modo sensato e reversibili”.
In particolare gli impianti di rivelazione incendio in generale “sono misure antincendio molto efficaci per gli edifici storici ed per i musei”. Ma in ogni caso ci si deve “confrontare con molte sfide che riguardano l’installazione dei rivelatori e dei relativi cablaggi”, ricordando che ormai “esistono tecnologie per minimizzare la presenza di rivelatori invasivi”. Certo gli impianti sprinkler o water mist “possono sembrare invasivi”, ma spesso costituiscono “un modo molto efficace di affrontare un incendio prima che si propaghi troppo”. Ci sono poi “altre misure di protezione antincendio, normalmente poco usate o poco conosciute, che possono essere utilizzate in certi edifici”. Si ricorda, ad esempio, che la protezione con sistemi a riduzione di ossigeno “è spesso trascurata, ma molto utile per applicazioni in edifici storici.La riduzione di ossigeno impedisce l’innesco, il fumo iniziale e la propagazione dell’incendio”.
Riguardo poi all’evacuazione in caso di incendio, si sottolinea che il personale interno di questi edifici “deve essere formato per organizzare l’evacuazione e per aiutare le persone e gli animali quando necessario”. E “nei casi dove le condizioni di evacuazione non sono ottimali, possono essere installati allarmi di evacuazione e altre misure di protezione attiva antincendio per compensare il basso livello di protezione passiva”. Ricordando di fare riferimento anche a quanto richiesto dalla nostra normativa nazionale in materia di sistemi di esodo, si indica poi nel documento che una via di esodo “deve condurre ad un luogo sicuro, normalmente all’aperto, al piano terra e con un accesso alla pubblica via. Una misura equivalente è un’uscita su una terrazza, un cortile, ecc. che possono essere facilmente raggiunti dalla strada”.E se le vie di esodo degli edifici storici “spesso non soddisfano gli standard attuali di sicurezza”, è necessaria una “valutazione della capacità e delle dimensioni degli elementi, come porte, corridoi, vani scale, scale, rampe, ecc. Sulla base di questa valutazione, una via di esodo può aver bisogno di essere modificata”. In casi estremi può essere necessario “porre in atto una restrizione all’accesso dei visitatori. Possibili misure sono ammettere soltanto visite guidate, limitare il numero dei visitatori, fornire un aiuto supplementare per le persone diversamente abili, ecc”. Si segnala, inoltre, che negli edifici storici, in alcuni casi, possono essere “accettate ed introdotte sulla base di uno studio” vie di esodo alternative.è necessaria una “valutazione della capacità e delle dimensioni degli elementi, come porte, corridoi, vani scale,scale, rampe, ecc. Sulla base di questa valutazione, una via di esodo può aver bisogno di essere modificata”. In casi estremi può essere necessario “porre in atto una restrizione all’accesso dei visitatori. Possibili misure sono ammettere soltanto visite guidate, limitare il numero dei visitatori, fornire un aiuto supplementare per le persone diversamente abili, ecc”. Si segnala, inoltre, che negli edifici storici, in alcuni casi, possono essere “accettate ed introdotte sulla base di uno studio” vie di esodo alternative.è necessaria una “valutazione della capacità e delle dimensioni degli elementi, come porte, corridoi, vani scale, scale, rampe, ecc. Sulla base di questa valutazione, una via di esodo può aver bisogno di essere modificata”. In casi estremi può essere necessario “porre in atto una restrizione all’accesso dei visitatori.Possibili misure sono ammettere soltanto visite guidate, limitare il numero dei visitatori, fornire un aiuto supplementare per le persone diversamente abili, ecc”. Si segnala, inoltre, che negli edifici storici, in alcuni casi, possono essere “accettate ed introdotte sulla base di uno studio” vie di esodo alternative.In casi estremi può essere necessario “porre in atto una restrizione all’accesso dei visitatori. Possibili misure sono ammettere soltanto visite guidate, limitare il numero dei visitatori, fornire un aiuto supplementare per le persone diversamente abili, ecc”. Si segnala, inoltre, che negli edifici storici, in alcuni casi, possono essere “accettate ed introdotte sulla base di uno studio” vie di esodo alternative.In casi estremi può essere necessario “porre in atto una restrizione all’accesso dei visitatori.Possibili misure sono ammettere soltanto visite guidate, limitare il numero dei visitatori, fornire un aiuto supplementare per le persone diversamente abili, ecc”. Si segnala, inoltre, che negli edifici storici, in alcuni casi, possono essere “accettate ed introdotte sulla base di uno studio” vie di esodo alternative.
Si indica, infine, che il salvataggio di oggetti di valore storico “può richiedere una progettazione speciale delle vie di esodo o equipaggiamenti speciali”. In particolare un piano per la limitazione del danno “deve fornire soluzioni per prevenire l’affollamento lungo le vie di esodo nonché la congestione del personale e del personale addetto al soccorso se l’evacuazione delle persone e degli oggetti di valore storico sta avvenendo nello stesso momento”.







