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Allerta meteo, come funziona

Aggiornamento: 27 mar

Tutto quello che c’è da sapere sull’allerta meteo e come funziona un sistema di previsioni meteo a fini di protezione civile per segnalare situazioni potenzialmente dannose.

Allerta meteo come funziona
Allerta meteo come funziona

Alla base dell’allerta meteo e di come funziona, c’è la necessità di segnalare ai cittadini le situazioni potenzialmente dannose per persone o cose.

Nasce tutto nel 2016 quando Protezione civile e Regioni hanno reso più omogeneo il sistema delle previsioni meteo a fini di protezione civile. Si tratta di procedure approvate dallo Stato e dalla Regioni su un sistema di pre allarmi nazionali.

È tutto costruito attorno ad una rete di centri operativi per il Sistema di allertamento, chiamati Centri Funzionali. Questi gestiscono le attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza in tempo reale degli eventi e dei loro effetti sul territorio. I Centri Funzionali hanno anche la responsabilità della valutazione finale del rischio

In caso di situazioni di pericolo e danni, la Regione dà l’allerta che ricevono la stessa dalla Protezione Civile. La stessa Regione trasmette l’allerta a province, comuni e Prefetture. Tutto viene coordinato dal Centro Funzionale Centrale, presso il Dipartimento della Protezione Civile che coinvolge il servizio meteo dell’Aeronautica, le diverse Arpa regionali, il servizio Dighe. I centri sono 41 e hanno diverse competenze, dalla meteorologia all’epidemiologia, alla vulcanologia.

Il pre allarme viene definito eventualmente ogni mattina tra le 5 e le 6. Un gruppo tecnico fa le previsioni su scala sinottica, cioè per un’ampiezza fino a mille chilometri e un periodo massimo di cinque giorni. Dalle previsioni effettuate dal settore meteo del Centro Funzionale Centrale, il servizio meteo dell’Aeronautica e quello delle regioni vengono fatte le valutazioni, prima su scala regionale, poi restringendo sempre più il campo. Tali valutazioni vengono fatte su 127 zone di allerta nazionale.

Esistono soglie di allerta stabilite per norma e in base a queste viene valutato il possibile scenario di rischio e la criticità. I livelli di criticità hanno una precisa gradazione dei rischi (gialla, arancione, rossa) per le zone interessate. Il primo è di ordinaria criticità e il rischio potenziale può essere affrontato con strumenti ordinari, locali. Il secondo livello è un rischio moderato, mentre il rosso rappresenta rischi potenziali elevati con danni diffusi e significativi.

Esiste anche un quarto livello di rischio, l’emergenza, quando i danni sono enormi e il numero delle vittime è alto. In base all’allerta, la Regione e il Comune valutano quale fase operativa attivare quindi se attivare il pre-allarme o l’allarme. A questo punto compiono le azioni previste nei propri Piani di protezione civile coordinandosi tra loro. Il Comune informa la popolazione e comunica ai cittadini i comportamenti corretti da seguire.

Le continue “Allerta meteo” che vengono diramate dalla Protezione civile sono spesso poco comprensibili ai cittadini che, sempre più spesso, vengono travolti da post sui social o messaggi in chat soprattutto per le notizie riguardanti le scuole.

Proviamo a far un po’ di chiarezza sul meccanismo che muove l’intera macchina, nel caso in cui siano previsti rischi per fenomeni meteorologici di particolare intensità.

Intanto è importante sottolineare una cosa: allerta meteo non necessariamente fa rima con pioggia. Quante volte abbiamo sentito dire: “C’era l’allerta ma non ha piovuto”. Questo perché l’allerta riguarda previsioni di rischio nei luoghi in cui possono accadere gli eventi, a prescindere dal fatto che ci sia o meno un temporale.

“Può piovere tantissimo a Potenza.ma il fiume può straripare a 300 chilometri di distanza. L’allerta riguarderà allora quel comune, anche se lì non sarà caduta una goccia”.

Andiamo in ordine. Sulla base di un protocollo e delle indicazioni meteo viene emanato un avviso che può essere idraulico, nel caso di possibili allagamenti, o idrogeologico, in caso di possibili frane. “Diramata l’allerta, ciascun comune dovrebbe attivarsi in base al proprio piano di Protezione civile e in base al codice di riferimento legato alla gravità dell’evento”.

A volte, però, accade che il comune non abbia un piano di Protezione civile così dettagliato come invece servirebbe. “Non ha senso chiudere una scuola in una zona della città non soggetta ad allagamenti, la chiusura va bene lì dove normalmente si creano situazioni di pericolo”.

E qui entra in gioco la macchina strutturale delle amministrazioni, che dovrebbero investire sulle infrastrutture e individuare tutti i fattori di rischio dettagliatamente per prevenire danni sia alle cose che alle persone. “Spesso ci scambiano per un organismo che agisce sulle strutture colpite da un evento catastrofico. Il ruolo della Protezione Civile, quanto dei Sindaci deve essere invece preventivo e gli investimenti devono essere finalizzati a rendere le previsioni di rischio sempre più affidabili”.

Non stupitevi, dunque, se a un’allerta che gira sui social, corrisponda, il giorno seguente, una giornata di sole.

@Di.Ma Giuseppe Muscatello MSCGPP77L13D976R

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