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Quadro legislativo e coordinamento nelle ricerche di persone scomparse e disperse


ricerche di persone scomparse e disperse

In Italia la gestione dei casi di persone scomparse e delle ricerche di persone disperse si fonda su una cornice normativa precisa e su procedure operative condivise. Il riferimento principale è la Legge 14 novembre 2012, n. 203, che istituisce presso il Ministero dell’Interno l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. A questa si affiancano le Linee guida nazionali emanate con Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 giugno 2016, che uniforma

no criteri, ruoli e modalità d’attivazione su tutto il territorio. Nel perimetro del Codice della Protezione Civile (d.lgs. 1/2018) si inquadra inoltre la cooperazione tra componenti istituzionali e strutture operative, così che la risposta sia integrata e coerente in ogni provincia.

Ogni Prefettura predispone e aggiorna periodicamente un Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse, adattato alle specificità del contesto (aree montane o costiere, bacini fluviali, grandi centri urbani, viabilità principale). Il Piano definisce catene decisionali, modalità di allertamento, risorse disponibili e procedure di raccordo con Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Soccorso Alpino e volontariato organizzato di Protezione Civile.

L’attivazione delle ricerche prende avvio dalla denuncia presentata ai Carabinieri o alla Polizia di Stato; non esiste alcun tempo d’attesa “obbligatorio”: quando sussistono elementi di rischio si procede subito. La notizia perviene alla Prefettura, che valuta urgenza e scenario in base a fattori oggettivi (età, condizioni di salute, fragilità note, tempo trascorso dall’ultimo contatto, luogo e circostanze dell’allontanamento, meteo, rischi ambientali). Se le condizioni lo richiedono, il Prefetto attiva il Piano provinciale, convoca i referenti delle componenti coinvolte e dispone la ricerca sul territorio in parallelo all’attività investigativa. In questa fase le informazioni vengono inserite nelle banche dati interforze, così da rendere immediatamente disponibili elementi utili a tutte le forze di polizia.

Il coordinamento generale delle ricerche fa capo alla Prefettura, che garantisce l’unità di direzione e la coerenza delle azioni. Le Forze dell’Ordine conducono accertamenti e indagini (raccolta testimonianze, analisi video, tracciamenti autorizzati, verifiche su spostamenti e abitudini). Quando la situazione prefigura la necessità di un intervento sul terreno, il Prefetto dispone l’impiego delle strutture operative: Vigili del Fuoco per la ricerca tecnica e il supporto logistico-specialistico, CNSAS in ambiente impervio, volontari di Protezione Civile per esplorazioni di superficie, perimetrazione e supporto alla popolazione. In casi di particolare complessità può essere attivato presso la Prefettura un Centro Coordinamento Soccorsi (CCS) o, sul posto, un Posto di Comando Avanzato (PCA). Operativamente, sul teatro delle ricerche, viene allestita un’Unità di Comando Locale (UCL) – di norma a cura dei Vigili del Fuoco – che raccoglie e valida le informazioni, assegna i settori, aggiorna la mappa delle aree battute e gestisce l’impiego di unità cinofile, droni e squadre a terra secondo metodologie standard (ICS/TAS).

La comunicazione è parte integrante del coordinamento. La Prefettura cura i rapporti istituzionali, assicura un’informazione univoca verso i media e mantiene un contatto costante con i familiari, garantendo rispetto della privacy e correttezza dei dati diffusi. Sul campo, l’UCL centralizza i flussi radio e digitali, riduce le ridondanze informative e assicura che ogni aggiornamento operativo si traduca in decisioni rapide e tracciabili. Qualora emergano ipotesi di reato, le attività si svolgono sotto la direzione dell’Autorità Giudiziaria, con misure specifiche di preservazione dei luoghi e delle evidenze.

Il modello integrato consente di ridurre i tempi di reazione, impiegare in modo mirato le risorse e coniugare investigazione e ricerca tecnica. Al termine dell’operazione, è buona prassi effettuare un debriefing interforze per consolidare le lezioni apprese, aggiornare il Piano provinciale, programmare formazione mirata e migliorare cartografia, protocolli e attrezzature. In questo ciclo continuo di preparazione–risposta–valutazione risiede l’efficacia del sistema: un meccanismo complesso ma indispensabile per affrontare emergenze che coinvolgono persone, famiglie e comunità.

@Di.Ma Giuseppe Muscatello MSCGPP77L13D976R

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