La Protezione Civile e la ricerca dispersi in superficie
- Giuseppe Muscatello
- 26 set
- Tempo di lettura: 6 min

Quando si parla di interventi legati alla sparizione di individui, è importante distinguere due termini che spesso vengono usati come sinonimi, ma che hanno significati e utilizzi diversi: persona scomparsa e persona dispersa.
Persona scomparsa è il termine giuridico e amministrativo utilizzato dalla legge italiana (L. 203/2012) e dalle Prefetture. Indica qualsiasi persona di cui non si hanno più notizie e per la quale viene presentata una denuncia. È la parola che dà avvio alle procedure ufficiali: indagini delle Forze dell’Ordine, attivazione del Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse, coordinamento prefettizio.
Persona dispersa è invece il termine operativo usato sul campo dai soccorritori, dai Vigili del Fuoco, dal Soccorso Alpino e dalle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile. Si riferisce a chi ha perso l’orientamento o si trova in difficoltà in un determinato ambiente (montagna, bosco, campagna, area urbana o fluviale) e la cui incolumità è a rischio. In questo caso, la priorità è attivare le squadre per la ricerca di superficie, con settori, cinofili, droni e Unità di Comando Locale.
In sintesi:
si parla di persona scomparsa nella cornice istituzionale e legale (denuncia, atti prefettizi, indagini di polizia);
si parla di persona dispersa nella fase operativa di ricerca sul terreno, quando squadre e volontari lavorano per rintracciare fisicamente il soggetto.
Questa distinzione non è solo terminologica, ma riflette due momenti diversi e complementari della stessa emergenza: da un lato la fase burocratico-istituzionale, che formalizza la mancanza di notizie e attiva la catena di comando; dall’altro la fase pratica-operativa, in cui uomini e mezzi si muovono concretamente sul territorio. Comprendere e utilizzare correttamente i due termini aiuta a descrivere in modo più preciso le responsabilità, i ruoli e le modalità d’intervento di ciascun attore del sistema di protezione civile.
Un intervento complesso e delicato
La ricerca dispersi in superficie rappresenta una delle attività più complesse e delicate del sistema di protezione civile. Ogni intervento di questo tipo racchiude in sé aspetti operativi, tecnici e logistici, ma anche una forte componente emotiva, poiché dietro la parola “disperso” c’è sempre un volto, una famiglia che attende, una comunità che vive nell’ansia e nella speranza.
Ogni operazione si trasforma in una corsa contro il tempo, dove la tempestività diventa determinante per salvare una vita o, nei casi più drammatici, per restituire dignità a chi non ce l’ha fatta. In questi momenti emergono non solo la preparazione e la professionalità degli operatori coinvolti, ma anche la solidarietà e il senso di appartenenza che uniscono istituzioni, volontari e cittadini.
Quadro legislativo e coordinamento delle ricerche
La disciplina delle persone scomparse in Italia è regolata dalla Legge 14 novembre 2012, n. 203, che ha istituito presso il Ministero dell’Interno l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. Questa legge ha dato organicità a un tema complesso, definendo procedure, responsabilità e strumenti operativi.
Attivazione delle ricerche
Quando un familiare, un conoscente o un cittadino denuncia la scomparsa presso le Forze dell’Ordine (Carabinieri o Polizia di Stato), la notizia viene immediatamente trasmessa alla Prefettura competente per territorio.
La Prefettura valuta la gravità del caso e può attivare il Piano provinciale per la ricerca delle persone scomparse, predisposto in ogni provincia. Questo documento stabilisce le modalità operative, le figure coinvolte e i mezzi da impiegare.
La denuncia di scomparsa viene anche inserita nella banca dati interforze del Ministero dell’Interno, così che tutte le Forze di polizia possano disporre delle informazioni.
Chi coordina le ricerche
La Prefettura ha la responsabilità del coordinamento generale delle ricerche, in raccordo con il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse.
Le Forze dell’Ordine conducono le indagini investigative e raccolgono testimonianze, immagini di videosorveglianza, tracciamenti telefonici e bancari.
La ricerca operativa sul territorio viene invece gestita attraverso l’impiego dei Vigili del Fuoco, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e delle organizzazioni di volontariato di Protezione Civile, che svolgono attività di esplorazione, ricerca di superficie e supporto logistico.
In campo viene attivata una Unità di Comando Locale (UCL), solitamente allestita dai Vigili del Fuoco, che funge da centro di coordinamento avanzato. Da qui transitano tutte le informazioni provenienti dalle squadre e vengono prese le decisioni operative in tempo reale.
Strumenti legislativi e operativi
La Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 giugno 2016 ha uniformato le procedure a livello nazionale, fornendo linee guida comuni per tutte le Prefetture.
Ogni Piano provinciale viene aggiornato periodicamente, adattandolo alle caratteristiche del territorio (montano, urbano, fluviale o costiero).
Questo sistema integrato garantisce che, dalla denuncia alla ricerca sul campo, tutte le istituzioni coinvolte operino in sinergia, riducendo i tempi e aumentando le probabilità di ritrovamento.
Scenari di intervento
Le ricerche di persone disperse in superficie possono riguardare contesti molto diversi tra loro.
Escursionisti dispersi in aree montane o boschive
Uno degli scenari più frequenti riguarda escursionisti che, per inesperienza o per una valutazione errata delle proprie capacità, smarriscono il sentiero in zone montane o boschive. In questi casi, le ricerche devono considerare la complessità del terreno, la presenza di burroni, corsi d’acqua o fitte vegetazioni che rallentano i movimenti. Le operazioni si concentrano su sentieri segnati, rifugi, punti panoramici e zone di possibile sosta. Fondamentale è il supporto delle unità cinofile e dei droni.
Bambini o persone fragili allontanatisi in contesti rurali o urbani
Un altro scenario, spesso molto delicato, riguarda bambini che si allontanano improvvisamente in ambienti rurali o urbani, oppure persone fragili che perdono l’orientamento. In questi casi, il fattore tempo è ancora più critico: le squadre devono muoversi rapidamente, verificando parchi, piazze, aree isolate, strade secondarie ma anche luoghi di attrazione per i più piccoli.
Anziani con difficoltà cognitive smarriti
Un capitolo a parte riguarda gli anziani affetti da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Le squadre devono considerare la distanza percorribile a piedi in un determinato arco di tempo, i luoghi familiari verso cui l’anziano potrebbe dirigersi, ma anche zone a rischio come strade trafficate o corsi d’acqua.
Cercatori di funghi e appassionati di trekking in zone impervie
Un altro scenario frequente riguarda i cercatori di funghi o i praticanti di trekking che si avventurano in zone impervie senza adeguata preparazione. Qui la difficoltà principale è il ritrovamento di tracce utili (impronte, oggetti caduti), spesso in aree prive di copertura telefonica.
Eventi catastrofici
Non vanno dimenticati gli scenari di emergenza collettiva, come frane, alluvioni o terremoti, in cui più persone risultano disperse contemporaneamente. Qui la Protezione Civile agisce con strategie particolari, integrando ricerca in superficie e soccorso tecnico urgente.
Tecniche e strumenti operativi
Le ricerche si avvalgono di squadre a terra, unità cinofile, droni con telecamere termiche, sistemi GPS e software GIS per la mappatura. Ogni strumento diventa parte di una strategia integrata, in cui nulla viene lasciato al caso: anche il più piccolo indizio può rivelarsi decisivo.
La pianificazione operativa delle ricerche
Suddivisione del territorio in settori: per garantire copertura completa ed evitare sovrapposizioni.
Assegnazione dei compiti alle squadre: operatori a piedi, cinofili, droni, mezzi fuoristrada.
Scelta delle tecniche e degli strumenti: ricerca a pettine, in linea, sopralluoghi porta a porta, sorvoli aerei.
Creazione di un centro di coordinamento (PMA/UCL): cuore operativo dove confluiscono tutte le informazioni e si prendono le decisioni strategiche.
L’aspetto umano e psicologico
Partecipare a una ricerca significa affrontare ore di cammino, fatica, condizioni meteo avverse, ma anche incertezza. I volontari sanno che il loro impegno può fare la differenza, regalando speranza o almeno restituendo risposte. Importante è anche la vicinanza alle famiglie, gestita con sensibilità e rispetto.
Formazione e prevenzione
I volontari partecipano a corsi specifici, esercitazioni e simulazioni. Parallelamente, la Protezione Civile porta avanti campagne di prevenzione: comunicare i propri itinerari, usare GPS durante le escursioni, avere equipaggiamento adeguato riduce il rischio di dispersione.
Differenza tra persona scomparsa e persona dispersa
In breve: “scomparsa” è il termine usato per l’aspetto legale e istituzionale, mentre “dispersa” si riferisce alla fase pratica di ricerca sul territorio.
Ricerca dispersi in superficie: il valore della Protezione Civile
La ricerca delle persone disperse in superficie non è solo un’operazione tecnica: è l’espressione più autentica del valore della Protezione Civile. Dietro ogni squadra che si muove sul territorio, dietro ogni cane da ricerca, dietro ogni mappa tracciata, ci sono uomini e donne che scelgono di dedicare tempo, energie e competenze per un bene più grande: la vita e la dignità delle persone.
Questi interventi ci ricordano che la Protezione Civile non è un’entità astratta, ma una rete fatta di istituzioni, professionisti e volontari che operano insieme, unendo competenze e cuore. È la dimostrazione di come la solidarietà, quando è organizzata e guidata da metodo e responsabilità, diventa una forza straordinaria capace di affrontare anche le situazioni più difficili.
Ogni ricerca conclusa con un ritrovamento positivo è una vittoria condivisa, frutto di impegno e sinergia. Anche quando l’esito non è quello sperato, resta la certezza di aver fatto tutto il possibile, di aver donato vicinanza e sostegno alle famiglie colpite, di aver dato testimonianza di un Paese che non lascia soli i suoi cittadini.
La ricerca delle persone disperse ci insegna, in definitiva, che il valore più grande della Protezione Civile non sta soltanto nei mezzi o nelle tecnologie impiegate, ma nelle persone che la compongono. Persone che, insieme, costruiscono ogni giorno una rete di sicurezza, speranza e solidarietà.







