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Ondate di calore sempre più intense: serve un nuovo modello di convivenza

Ondate di calore
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Le ondate di calore estremo non sono più un’eccezione, ma una realtà destinata a diventare sempre più frequente e prolungata. A lanciare un nuovo e chiaro allarme è il capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, che invita istituzioni e cittadini a riconsiderare abitudini consolidate per fronteggiare

i rischi crescenti legati all’afa.

Durante un’intervista a margine di un evento istituzionale, Curcio ha sottolineato come i dati scientifici confermino un trend di innalzamento delle temperature medie e di intensificazione dei fenomeni estremi. L’Italia, in particolare, risulta sempre più vulnerabile a ondate di calore prolungate che mettono sotto pressione il sistema sanitario, la protezione civile, l’economia e la quotidianità di milioni di persone.

«È il nostro futuro», ha dichiarato Curcio. «Non possiamo più pensare che giornate con temperature oltre i 40 gradi siano eventi eccezionali. Dobbiamo iniziare ad adattare i nostri modelli organizzativi: cambiare gli orari di lavoro, limitare le attività nelle ore più calde e riorganizzare i servizi pubblici per proteggere le fasce più fragili».


Ondate di calore estremo - Il caldo record: effetti concreti sulla sicurezza e sulla salute

L’estate 2025 si sta confermando tra le più torride degli ultimi decenni. La Protezione Civile monitora costantemente l’impatto sulle comunità: aumento degli accessi ai Pronto Soccorso per colpi di calore e disidratazione, incendi boschivi alimentati dalla siccità, blackout elettrici dovuti ai picchi di consumo.

Le fasce più a rischio sono gli anziani, le persone con patologie croniche, i bambini e chi svolge lavori all’aperto. In molti Comuni italiani sono stati attivati piani locali per l’emergenza caldo che prevedono, ad esempio, l’apertura di centri climatizzati e l’assistenza domiciliare ai soggetti fragili.


Un cambiamento culturale necessario

Il messaggio della Protezione Civile è chiaro: il contrasto al cambiamento climatico richiede misure di lungo termine, ma l’adattamento immediato passa anche da scelte quotidiane.«Occorre ripensare gli orari di lavoro e di vita. Serve una consapevolezza diffusa che l’afa estrema è un pericolo reale, come un’alluvione o un terremoto», ha aggiunto Curcio.

Tra le indicazioni pratiche:

  • Evitare di uscire nelle ore centrali della giornata.

  • Organizzare turni lavorativi e attività sportive al mattino presto o alla sera.

  • Assicurare una corretta idratazione e un’adeguata ventilazione degli ambienti.

  • Verificare le condizioni di salute di familiari anziani o soli.


La responsabilità condivisa

L’appello si rivolge a tutti: amministrazioni, imprese, cittadini. La gestione dell’emergenza climatica passa anche dalla capacità di modificare abitudini radicate.

«Dobbiamo iniziare a ragionare in prospettiva – ha concluso il capo della Protezione Civile – perché l’afa estrema non è un’eventualità passeggera. È una condizione destinata a ripetersi e a diventare più severa».

Nel nostro Paese, l’adattamento climatico non può più attendere. È un percorso che richiede risorse, pianificazione e soprattutto un cambiamento culturale che metta al centro la sicurezza collettiva.

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@Di.Ma Giuseppe Muscatello MSCGPP77L13D976R

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